“IL DIBATTITO PARLAMENTARE SUL SINDACATO DEI MILITARI NON DEVE RIMANERE CONFINATO NEL SOLO AMBITO DIFESA E DEVE CONSIDERARE I TRATTATI INTERNAZIONALI”, IL SILF SCRIVE AL PRESIDENTE DELLA CAMERA

Ecc.mo Presidente,

questa organizzazione è regolarmente nata il 27 febbraio scorso ed è il primo sindacato
costituito tra appartenenti alla Guardia di Finanza, a seguito della sentenza della Corte
Costituzionale n. 120/2018 e della conseguente autorizzazione del Ministro dell’economia
e delle finanze in data 4 febbraio 2019.

Stiamo seguendo fin dall’inizio l’iter legislativo delle proposte relative all’oggetto (progetti di
legge nn. 875, 1060 e 1702) ed abbiamo dato un contributo di idee con una audizione alla
Camera tenutasi il 18 marzo scorso. Abbiamo appreso con sollievo che la bozza di legge
giunta all’esame dell’aula da Ella presieduta è ritornata in Commissione Difesa per ulteriori
approfondimenti, come deciso il 26 maggio scorso.

Infatti, abbiamo più volte evidenziato che il testo finale elaborato in Commissione non
soddisfa nella maniera più assoluta le esigenze di tutela del personale militare, né
tantomeno consentirà ai sindacati dei militari di operare effettivamente.

Siamo del parere che il percorso legislativo, nonostante la buona volontà dei Signori
Deputati, sia stato influenzato da una visione parziale degli interessi, anche contrapposti,
che si devono regolare: i diritti costituzionali dei militari e l’efficacia dello strumento
militare, in particolare delle Forze Armate. L’esame dei testi in sede referente da parte
solamente della Commissione Difesa, a nostro parere, ha progressivamente focalizzato le
questioni principalmente sul secondo aspetto.

Siamo convinti che, visti i diversi ambiti che sono coinvolti dalle norme in discussione,
sarebbe maggiormente opportuno un esame congiunto da parte anche della I o della XI
Commissione, come d’altra parte è stato anche evidenziato da alcuni commissari (vgs.
Commissione Lavoro, seduta del 15 maggio 2019). Si tratta del percorso legislativo, quello
delle Commissioni congiunte, che venne svolto oltre 40 anni fa allorquando venne
approvata la legge 382/1978 istitutiva degli organismi di rappresentanza militare.

Inoltre, rileviamo come la legge in esame, pur avendo un impatto epocale sulla vita di oltre
60mila Finanzieri, non è stata oggetto di alcun interessamento da parte della VI
Commissione.

Con la presente vorremmo anche rispettosamente evidenziarLe che, a nostro modesto
avviso, l’esame parlamentare non ha sufficientemente affrontato la compatibilità tra la norma nazionale che si andrebbe a scrivere ed i principali standard internazionali in materia di diritti civili e sociali e libertà umane, anche per il personale militare.

In particolare, ci riferiamo a tutte quelle norme internazionali (convenzioni, trattati,
raccomandazioni) alle quali anche il nostro Paese si è assoggetto e che non ci pare siano
state comparate con quanto si andava producendo. Si tratta di norme (ad es. Convenzioni
OIL, Carta sociale europea, Carta europea dei diritti dell’uomo etc.) che sono state
ampiamente sviscerate dagli enti internazionali che leggono la presente per conoscenza.

Riteniamo, quindi, quantomeno utile il coinvolgimento di tali organizzazioni internazionali nell’esame delle proposte di legge, al fine di fornire al legislatore nazionale autorevoli pareri e consulenze da un punto di vista internazionale. Si tratta di una prassi consolidata in altri Paesi europei al fine di prevenire contrasti tra la norma interna e quelle sovranazionali.

A tal proposito, vorremmo evidenziarLe che pochi giorni fa è stata resa pubblica la
decisione del Comitato europeo dei diritti sociali in ordine al reclamo n. 140/2016 CGIL v.
Italy in relazione ai diritti sindacali del personale della Guardia di finanza.
L’organo del Consiglio d’Europa ha riscontrato nelle legislazione italiana diverse violazioni
alla Carta sociale europea, anche dopo l’intervento della Corte Costituzionale, in
particolare per quanto riguarda il personale che rappresentiamo.

Riteniamo, quindi, che sarebbe opportuno da parte delle istituzioni italiane, al fine di
evitare future condanne all’Italia, interpellare ODIHR e la Venice Commission.

Con l’auspicio che possa considerare la presente istanza, porgiamo deferenti saluti.

LETTERA SILF PRESIDENTE CAMERA 01 07 2019