SINDACATI DEI MILITARI, NO COMPATTO AL “DDL 1893”. COSI’ E’ UNA LEGGE INUTILE

A margine degli Stati Generali del 13 e 14 luglio, il SILF, unitamente ad altre 16 sigle sindacali del personale militare, ha proclamato lo stato di agitazione contro il “DDL 1893” approvato dalla Camera con la precedente maggioranza ed ora in discussione al Senato. Un DDL che, seppur abbia visto l’approvazione di quasi tutte le forze politiche, ora fatica a trovare un parlamentare o un partito che abbia voglia di attribuirsene la titolarità (l’ex 5S Corda è scomparsa dalla scena). Sarà mica perché in molti si sono accorti che è un pastrocchio?! Non a caso molti politici (PD in testa) hanno preferito evitare il confronto.  

Quello che è emerso dalla due giorni di Roma è che il DDL 1893 disegna uno strumento del tutto inadeguato (in pratica una rappresentanza militare a pagamento!) e del tutto incoerente con le sentenze della Corte E.D.U., del C.E.D.S. e della stessa sentenza n. 120/2018 della Corte Costituzionale.

Molti i punti da cambiare: dalla competenza del TAR per le controversie in materia di comportamento antisindacale, alle materie di competenza sindacale (articolazione orario di lavoro in primis).    

A tre anni di distanza dalla sentenza n. 120, Governo e Amministrazioni hanno, di fatto, boicottato l’avvento del sindacato, tanto che che il contratto 2019-2021 potrebbe essere chiuso dalla “debole” rappresentanza militare ormai, di fatto, delegittimata, tenendo fuori migliaia di militari che hanno affidato il mandato di rappresentanza al sindacato.

Una situazione inaccettabile, che ha portato i sindacati a proclamare lo stato di agitazione.