NON CONSENTIREMO DI IMPEDIRE L’EVOLUZIONE DEI DIRITTI DEI FINANZIERI

Così come all’epoca fu la n. 277/1991, la sentenza della Corte costituzionale n. 120/2018 era ed è una straordinaria occasione per rinnovare ed armonizzare l’attuale disomogeneo, anacronistico e inefficace sistema delle relazioni sindacali del comparto sicurezza e difesa.

Purtroppo, a differenza di quanto accadde negli anni ‘’90, la forza conservatrice dei vertici militari, la debolezza e la superficialità della politica stanno impedendo l’apertura di un vero dibattito. Anzi, leggendo le allucinanti proposte di legge di riforma della giustizia militare presentate in Parlamento (On. Aresta M5S), temiamo di essere di fronte ad un tentativo di impedire ogni tipo di evoluzione dei diritti dei militari.

Gli Stati Generali dello scorso 13 e 14 luglio hanno avuto il merito di far capire che non ci siamo arresi o assuefatti alla situazione e hanno fatto arrivare alla politica un messaggio chiaro e forte: QUEL DDL SUI SINDACATI MILITARI È IRRICEVIBILE.

Il modello che ha licenziato la Commissione Difesa della Camera, accogliendo in toto i suggerimenti dei vertici militari, è un modello sindacale inutile e persino pericoloso. Un sindacato che non può verificare l’osservanza del contratto nei luoghi di lavoro, che non può trattare argomenti come l’articolazione dell’orario o la mobilità, che non può ricorrere al giudice ordinario per le controversie in materia di comportamenti antisindacale è, di fatto, una rappresentanza militare… a pagamento. Il Professor Vittorio Angiolini (Costituzionalista) ed Emmanuel Jacob (Presidente di Euromil) lo hanno ben spiegato. A questo punto è meglio attendere, che portare a casa un non risultato.

Non è ammissibile, inoltre, continuare:

  • ad ignorare le peculiarità della professione del finanziere rispetto all’appartenente alle tradizionali Forze Armate;
  • a riconoscere diritti sindacali molto diversi a fronte di una sostanziale identità di funzione tra poliziotti civili e poliziotti militari, in spregio del principio di uguaglianza e dei principi di proporzionalità e sostanzialità di matrice europea;
  • a non dare attuazione alla sentenza n. 120, ignorando i sindacati dei militari.

Non accettiamo l’irrilevanza cui intendono relegarci in attesa della legge e, per tale ragione, ABBIAMO PRESENTATO RICORSO PRESSO IL TRIBUNALE ORDINARIO DI ROMA.

Non accettiamo una legge che non premia adeguatamente i diritti dei finanzieri e non rispetta la Costituzione e i Trattati Internazionali e, per tale ragione, siamo pronti a tornare alla corte costituzionale, alla corte E.D.U. ed al C.E.D.S..

Non accettiamo che le regole di impiego ed i diritti dei finanzieri siano discussi e pensati solo tenendo in considerazione le esigenze e le prerogative delle Forze Armate e della funzione di difesa. In questo contesto, se la rigidità dell’ordinamento militare si dimostrerà un ostacolo insormontabile al raggiungimento dei diritti che i finanzieri meritano… quell’ostacolo dovrà essere necessariamente rimosso.

                   20 luglio 2021

                                                                                 Francesco Zavattolo – Segretario Generale SILF