SINDACATI MILITARI. LA POLITICA DOVREBBE RECUPERARE IL TEMPO PERDUTO, INVECE CHE OPPORSI

Riportiamo un articolo del blogger Andrea Leccese pubblicato su sito ilfattoquotidiano.it, di cui condividiamo i contenuti.

La sentenza n.120/2018 della Corte costituzionale, quella che ha finalmente cancellato il divieto di sindacalizzazione delle Forze armate, testimonia l’ennesimo tradimento della Costituzione repubblicana, un tradimento durato per oltre 70 anni. Certo sarebbe interessante fare oggi una valutazione dei danni provocati dalla mancata modernizzazione delle strutture militari in termini di inefficienze, di malessere lavorativo e di “separatezza” dalla società. È un fatto che negli attuali regolamenti militari siano sopravvissute regole anacronistiche, scritte nel periodo fascista e persino nel periodo prefascista.

Ebbene, la storica sentenza dei giudici costituzionali, invece di innescare nella politica il desiderio di recuperare il tempo perduto e di farsi perdonare la lunga negazione di un diritto costituzionale per un’intera categoria di cittadini, ha evidenziato al contrario la tenace ostilità al rinnovamento del mondo militare da parte delle forze più retrive di questo Paese.

Le resistenze conservatrici, frutto di arretratezza o di malafede, risultano tutte fondate sul timore enfatizzato che la sindacalizzazione comporti minore efficienza e possa nientedimeno minare la necessaria “coesione”. Eppure è molto più semplice dimostrare che l’efficienza e la “coesione” vengono logorate piuttosto da una militarità in alcun modo mitigata, dalla rigidità gerarchica, dall’esercizio sbrigliato del potere, dalla proliferazione dei posti di comando, dall’ipertrofia burocratica, dagli abusi, dal clientelismo e dalla corruzione. L’opposizione alla democratizzazione, dunque, ha le sue vere radici nella volontà di difendere privilegi e interessi privati di vario genere.

Il clima politico in cui si stanno svolgendo i lavori parlamentari per l’approvazione della disciplina dei sindacati militari continua a essere nettamente sfavorevole. Manca un adeguato dibattito pubblico e si registra ancora un sospetto disinteresse da parte della stampa, a eccezione of course de Il Fatto Quotidiano. Latita, di conseguenza, l’informazione televisiva.

I partiti di destra – sempre pronti a strumentalizzare le vicende dei militari nelle loro “epiche” campagne anti-migranti o anti-magistrati (rectius: contro l’indipendenza del potere giudiziario dall’esecutivo) – stanno facendo ovviamente tutto il possibile per vanificare la sindacalizzazione delle Forze armate. Del resto, la funzione storica delle destre è esattamente quella di limitare o negare i diritti. Dal lupo cosa pretendete, che mangi viole del pensiero?

Dal canto suo il M5S, principale artefice di quella deludente proposta di legge giacente in Commissione Difesa, sulla questione dei sindacati militari rischia di confermare – come nella migliore tradizione del trasformismo da Depretis ai nostri giorni – che i movimenti “anti-sistema”, nel Belpaese, sono tutti destinati prima o poi a essere assimilati dal “sistema”…. continua a leggere