Lo Stato Maggiore della Difesa ha perso l’occasione per dare avvio ad una prima e basilare tutela del personale

Lo Stato Maggiore della Difesa ha perso l'occasione per dare avvio ad una prima e basilare tutela del personale

SINDACATI MILITARI. LO STATO MAGGIORE DELLA DIFESA HA PERSO L’OCCASIONE PER DARE AVVIO AD UNA PRIMA E BASILARE TUTELA DEL PERSONALE. A BREVE ARRIVERA’ ANCHE IL COPIA E INCOLLA DEL MEF.

La direttiva dello Stato Maggiore della Difesa, emanata lo scorso 30 aprile, inerente alcuni quesiti posti dalle OO.SS., nella sua sterilità è persino irriguardosa della portata della Sentenza n. 120/2018 della Corte Costituzionale. La Consulta infatti, al punto 18 delle considerazioni della citata sentenza, stabilisce che: “…. Tuttavia, per non rinviare il riconoscimento del diritto di associazione, nonché l’adeguamento agli obblighi convenzionali, questa Corte ritiene che, in attesa dell’intervento del legislatore, il vuoto normativo (inerente i sindacati militari) possa essere colmato con la disciplina dettata per i diversi organismi della rappresentanza militare…”.

SMD, dal canto suo, con un’operazione di maquillage, ribadisce che l’interlocuzione tra sindacati e amministrazioni al momento è riconosciuta solo a livello di Stato Maggiore di FF.AA. – Comando Generale dei Carabinieri e Segretariato Generale della Difesa, quindi esclude la possibilità di rapporti tra le associazioni sindacali e comandi distribuiti sul territorio. Allo stesso tempo, cercando di salvare capre e cavoli, afferma che le “tematiche oggetto di confronto (sempre a livello centrale) dovranno avere valenza a carattere generale o d’interesse generale (mense e spacci), se riferite all’ambito locale.”

Questa direttiva, che a giorni verrà copiata “tale e quale” dal MEF, come fatto fino ad oggi in materia di sindacati militari, è del tutto irrilevante rispetto allo scenario attuale, se non addirittura peggiorativa rispetto ai rapporti tra le OO.SS. e le amministrazioni. Non possiamo escludere, infatti, che la centralizzazione delle questioni (a carattere generale) provenienti dai territori, potrebbero esporre le stesse amministrazioni ad un notevole contenzioso scaturente dall’impossibilità di rispettare i termini di eventuali procedimenti amministrativi!

Allo stesso tempo non risolve le eventuali incompatibilità con gli organismi della rappresentanza militare, non riconosce un minimo di agibilità alle organizzazioni sindacali, non ribadisce che le OO.SS. devono essere convocate o interessate sulle materie di competenze della Rappresentanza militare, così come ha sancito la Corte Costituzionale. Il SILF ha evidenziato tutti questi aspetti sia al MEF che al Comando Generale della Guardia di Finanza e, per conoscenza, anche al Ministro della Difesa. A questo punto è lecito chiedersi: “sulla base di quali richieste lo Stato Maggiore della Difesa ha emanato tali indicazioni? Quali erano le organizzazioni sindacali tenute in considerazione nella riunione del 1 aprile 2019?

Certi che tale orientamento verrà confermato anche dal MEF è lecito iniziare a porsi qualche domanda: se la Guardia di Finanza non ha autonomia d’azione, in quanto “limita” la propria attività decisionale ad un cambio di carta intestata e firma, perché continua a restare avulsa dalle competenze del Ministro della Difesa? Al di là di questo aspetto, tutt’altro che marginale per una forza di polizia economico-finanziaria, siamo ancora una volta di fronte all’ingerenza della parte datoriale sull’organizzazione della vita e del modus operandi delle OO.SS. Una circostanza che, oltre a non trovare adeguato ristoro nelle indicazioni rese della Corte Costituzionale nella sentenza 120/2018, è un unicum nel mondo del lavoro: la controparte dei lavoratori indica ai lavoratori le modalità con cui farsi tutelare. Tutto questo con buona pace del mondo politico.

In attesa della regolamentazione legislativa, non nascondiamo la nostra preoccupazione in merito alla resistenza e alla leggerezza con la quale gli stati maggiori impediscono ai sindacati di poter “sperimentare” l’attività sui territori e in mezzo al personale. Siamo preoccupati anche dalla banalizzazione della consuetudine con la quale il MEF ricalca virgola per virgola le indicazioni del mondo della “Difesa” nell’ambito della Guardia di Finanza, che si ritrova ad essere organizzata militarmente per mere ragioni di opportunità risalenti al lontano 1907!

Allo stesso tempo, restando “in casa nostra”, non possiamo sottacere l’incomprensibile “leggerezza” con la quale il Comando Generale, interloquendo solo con il Cocer e non (anche) con tutte le OO.SS., di fatto offre spazio solo a quelle organizzazioni sindacali che vantano propri dirigenti nazionali all’interno dello stesso organismo della rappresentanza militare. Siamo di fronte ad atteggiamenti che sfiorano i campi di un’attività antisindacale! Come avvenuto, per esempio, per la mancata convocazione di questo sindacato per il parere sul FESI 2018.

Nonostante ciò, noi continueremo a cercare la strada del confronto e della dialettica costruttiva, sperando di non dover ricorrere sempre alle azioni giudiziarie per usufruire di quegli spazi che la Corte Costituzionale ci ha garantito. Auspichiamo, in fine, che il futuro vertice del Corpo inizi a mostrare i primi vagiti d’interesse anche per i sindacati e non solo per le associazioni combattentistiche e d’arma come, ahimè, abbiamo registrato con l’attuale Comandante Generale uscente.

Il Segretario Generale Provvisorio
Francesco Zavattolo

Scarica la Direttiva dello Stato Maggiore della Difesa, emanata lo scorso 30 aprile, inerente alcuni quesiti posti dalle OO.SS.