PREVENZIONE DEI SUICIDI NELLE FORZE ARMATE E FORZE DELL’ORDINE. IL SILF CHIEDE UN’INVERSIONE DI ROTTA. IL SISTEMA DEI CENTRI DI ASCOLTO NELLA GUARDIA DI FINANZA NON È SUFFICIENTE.

Lo scorso 31 ottobre, presso il Consiglio Regionale del Lazio, si è svolto il dibattito avente per oggetto “La prevenzione del suicidio nelle Forze Armate e Forze dell’Ordine. Dal supporto psicologico obbligatorio ai ricongiungimenti familiari“, organizzato dall’Osservatorio Nazionale per i Diritti e la Salute dei Militari e delle Forze dell’Ordine e dall’Accademia Italiana delle Scienze di Polizia Investigativa e Scientifica (AISPIS). Molti gli interventi: dal vice presidente del Consiglio Regionale del Lazio, Giuseppe Cangemi, al Caporedattore del TG2, Antonietta Spadorcia. A seguire il Dottor Luigi Luchetti, ex dirigente medico della Polizia di Stato e autore del libro “Caduti senza l’onore delle armi”, l’ex ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, dirigenti dell’Aeronautica Militare e della Marina Militare e diversi psicologici nonché esponenti dei sindacati militari come il SIM Carabinieri e questa o.s., moderati dalla Presidente dell’Osservatorio, dottoressa Francesca Beneduce.

Al netto dell’intervento della Trenta, che ha ridimensionato (incredibilmente) il numero dei suicidi nei Carabinieri, rimarcando la centralità dell’impegno degli stati maggiori per migliorare le condizioni di lavoro del personale e sminuendo il ruolo delle associazioni – senza fare alcun riferimento ai sindacati militari che, a nostro avviso, devono essere i protagonisti principali di un cambiamento di rotta – i partecipanti hanno fornito ottimi spunti di analisi su di un fenomeno che ormai è divenuto allarmante. Fenomeno, ricordiamo, che è solo la punta dell’iceberg di un mondo sommerso di cui si parla poco, che è quello dei disagi nelle caserme.

Il dato suicidario è implacabile: 58 poliziotti e militari dall’inizio dell’anno, tre finanzieri nel solo mese di ottobre. Spesso, questi drammi vengono ricondotti, in modo sbrigativo, a disagi afferenti la sfera privata o familiare. Noi siamo convinti che non sia sempre così! Un mese fa, abbiamo chiesto al Comandante Generale della Guardia di Finanza di istituire un osservatorio permanente sui suicidi e sui disagi del personale, che prevede la partecipazione dei sindacati dei finanzieri, al pari di quanto già esiste per la Polizia di Stato. L’obiettivo è duplice: da un lato sopperire alla mancanza di indagini interne sul fenomeno, dall’altro lato valutare politiche d’impiego e di organizzazione che mitighino i disagi tra il personale, sia per recuperare i colleghi, sia per rendere un servizio sempre migliore alla società civile.

Parlando d’impiego, nessuno vuole sostituirsi alla linea di comando, sia chiaro. Siamo convinti, infatti, che ascoltare la voce del personale, senza intermediazioni, aiuti chi ha responsabilità di vertice ad avere uno sguardo profondo sulle dinamiche che investono i luoghi di lavoro. Al riguardo non possiamo non evidenziare che l’attuale rete di supporto offerta dai centri di ascolto, incardinati, di fatto, attorno ai Servizi Sanitari dei Reparti Tecnico-Logistici-Amministrativi (ambito regionale), impedisce, a nostro avviso, la fruizione di tale servizio proprio a coloro che sono maggiormente a rischio.

Si parla di suicidi, ma pochissimo di burnout, di stress, di ansia o di depressione. Tutti segnali di allarme che, se non intercettati e arginati per tempo, possono portare al suicidio. Allora perché aspettare? In dieci anni abbiamo perso l’undici percento del personale. Siamo di meno e lavoriamo di più. E se a questo dato aggiungiamo le aspettative che nascono attorno all’impiego, le tensioni individuali crescono sempre di più.

Questo sindacato ha predisposto una serie di iniziative tese ad arginare e a rilevare il disagio. La prima convenzione sottoscritta dal SILF, non a caso, è stata sottoscritta con “L’Altra metà della divisa”, un’associazione di psicologi e psicoterapeuti, distribuiti su tutto il territorio nazionale, che fornisce strumenti di ricerca per il nostro sindacato e assistenza per il personale in difficoltà. A ottobre, infatti, abbiamo formato tre delegati che, con la supervisione del nostro partner scientifico, si occuperanno di gestire un centro di ascolto esterno con garanzia di assoluto anonimato.

A fine novembre, formeremo diversi Responsabili dei Lavoratori per la Sicurezza, con corsi in aula, per costruire e mettere in rete le competenze e trasmettere conoscenze e diritti, in ragione delle disposizioni di cui al D.Lgs. 81/2008. Entro gennaio, invece, apriremo sul nostro portale, un sistema anonimizzato per rilevare lo stress da lavoro correlato, per poi condividere e discutere dei dati aggregati con i datori di lavoro o con l’Organo di Vigilanza del Comando Generale.

Siamo consapevoli che il nostro mondo del lavoro è molto complesso e che pertanto non si presta a soluzioni sbrigative, ma siamo anche convinti che si può fare tanto, iniziando, magari, ad ascoltare le voci che arrivano dal basso.

Francesco Zavattolo

S.G.P. del SILF

Intervento del Segretario Generale SILF al convegno del 31 ottobre 2019, su “Prevenzione al suicidio nelle FF.AA. e FF.PP.” presso la sala Mechelli del Consiglio Regionale del Lazio.