SEDI DISAGIATE. IL SILF TRENTINO ALTO ADIGE CHIEDE L’AGGIORNAMENTO DELLE SEDI DISAGIATE DELLA REGIONE

Pubblichiamo il contenuto della missiva con la quale il SILF Trentino Alto Adige ha interessato il Comando Regionale Trentino in ordine alle cc.dd. sedi disagiate.

Egregio Comandante,

la presente per segnalarLe la criticità concernente un’annosa problematica che affligge da tempo il nostro territorio, ovvero il mancato riconoscimento del requisito di “zona disagiata” di alcune località della nostra regione.

Quanto sopra rappresenta un disagio importante per i colleghi e relativamente al quale questa segreteria provinciale chiede un interessamento da parte della S.V. affinché a livello centrale, il nostro Comando Generale dimostri un’interpretazione meno restrittiva rispetto ad altre amministrazioni tant’è che quest’anno, nella nuova circolare di riferimento, non è stato inserito nell’apposito elenco alcun nuovo reparto della nostra regione.

Nel tempo, i militari assegnati nelle sedi più disagiate della nostra regione, non sono mai stati incentivati a rimanere in determinati territori già di per sé difficili, con la normale conseguenza di aver assistito ad un costante “fuggi-fuggi” non compensato con l’invio di altrettanto personale con l’effetto che, oltre ad essere ubicati in zone disagiate, questi reparti risultano costantemente sotto-organico.

Nell’ambito del processo di adeguamento organizzativo e funzionale della Guardia di Finanza, desideriamo offrire quindi un contributo collaborativo segnalando alcuni problemi applicativi e certi disallineamenti di trattamento rispetto alle altre Forze di Polizia e Forze Armate, in quanto dall’analisi delle circolari e dei decreti emanati dalle rispettive amministrazioni, emergono differenze sostanziali nel trattamento della problematica in trattazione.

Facciamo riferimento al riconoscimento della Guardia di Finanza della qualifica di “sede disagiata in ambito nazionale”, che da tempo genera alcune incertezze e perplessità su cui può essere utile riflettere.

Nonostante il Comando Generale della Guardia di Finanza abbia negli ultimi anni ampliato la platea delle sedi disagiate, inserendo finalmente alcune località della nostra regione ed abbia recentemente aggiornato in senso positivo alcune attribuzioni di punteggio in materia con la circolare n. 2727/2025 in data 08.01.2025, ancora molto rimane da fare a parere di questa organizzazione sindacale in questa materia.

L’attuale assetto, è stato nel tempo interessato esclusivamente da interventi di revisione attinenti a profili procedurali, di classificazione di singole sedi o di ridefinizione di specifici requisiti, senza tuttavia ridefinirne l’impianto né le possibili implicazioni sulle dinamiche di mobilità.

Il principio da seguire dovrebbe essere relativo alla necessità di garantire la giusta alternanza in quei reparti che geograficamente devono intendersi disagiati e che ha portato a delineare una tipologia di parametri riconducibili all’ubicazione, all’altitudine, alla distanza da centri con attività ricreative e commerciali, alle difficoltà dei collegamenti ed alle problematiche di carattere territoriale e climatiche etc..

Ponendo un breve parallelo con altre amministrazioni, abbiamo appurato che nel nostro territorio di riferimento, il Ministero dell’Interno – Dipartimento della Pubblica Sicurezza e lo Stato Maggiore dell’Esercito hanno già nel corso di molti anni or sono decretato quali zone disagiate maggiori località rispetto alla nostra amministrazione, stabilendo altresì requisiti favorevoli di trasferimento ancor più vantaggiosi di quanto stabilito nella Guardia di Finanza.

A puro titolo semplificativo, il reparto ove personalmente presto servizio, ovvero la Compagnia di Brunico (BZ) che ospita anche la locale Stazione S.A.G.F. e che non è ricompresa tra le sedi disagiate, è allocata in un edificio unitamente alla Polizia Stradale, che invece è inserita dal rispettivo Ministero da anni nell’elenco delle zone disagiate; allo stesso modo il 6° Reggimento Alpini di Brunico è qualificato come sede disagiata, eppure svolgiamo tutti servizio nel medesimo territorio pur con le proprie prerogative e particolarità.

La domanda che nasce spontanea è la seguente: “com’è possibile che nel medesimo territorio ci siano differenze così importanti tra forze armate e dell’ordine su una problematica che incide pesantemente sul personale?”

La mancanza di un rapporto soddisfacente con l’ambiente circostante sembra essere principalmente causata da:

  • le lunghe permanenze al servizio di confine;
  • i disagi che comporta vivere al di sopra di determinate altitudini, a maggior ragione da chi proviene da zone d’Italia del centro-sud;
  • la naturale conseguenza di dover svolgere servizio in reparti “non ambiti”, costantemente sotto-organico;
  • la consapevolezza dell’applicazione di una normativa interna della Guardia di Finanza, riguardante punteggi o agevolazioni per servizi resi in zone di confine, diversa da quella applicata ad altre amministrazioni come la Polizia di Stato e l’Esercito Italiano;
  • la mancanza di adeguamenti stipendiali proporzionati ai prezzi al consumo delle diverse aree provinciali italiane, con conseguente schiacciamento retributivo, accentuato ulteriormente nelle province autonome di Trento e Bolzano, dove il costo della vita è notoriamente tra i più alti d’Italia;
  • la grave insufficienza di accordi con le amministrazioni comunali per lo sviluppo di piani regolatori che favoriscano l’insediamento urbano mediante delibere per l’edilizia convenzionata riservata alle Forze di polizia (ad esempio, destinando terreni edificabili a prezzi agevolati e incrementando la costruzione di edifici per civile abitazione dell’I.A.C.P.), nonché la cronica carenza di alloggi di servizio in temporanea concessione al personale;
  • alle particolari caratteristiche ambientali che in particolar modo in Alto Adige, sono rappresentate anche dal dover lavorare in un luogo ove la cultura e la lingua parlata è in maggior parte tedesca.

La sproporzione tra i bisogni dell’individuo e i limiti della realtà in cui vive crea difficoltà alla vita familiare e lavorativa, potendo indurre sentimenti di insoddisfazione, senso di inadeguatezza o persino di inferiorità rispetto ai membri di altre amministrazioni.

Una persona con ambizioni non adeguate al prolungarsi del tipo di servizio, alla lunga permanenza nello stesso luogo lavorativo e alla disparità di trattamento nel calcolo del punteggio aggiuntivo per la sede disagiata a livello nazionale, può incontrare difficoltà, privazioni e scomodità che, col tempo, possono influire negativamente sull’equilibrio personale e sui rapporti familiari.

Lo scopo di questo approfondimento è proprio quello di evidenziare le molteplici chiavi di lettura della tematica, cercando di aprire una finestra sulla vita dei molti finanzieri che, ogni giorno, affrontano con le loro famiglie difficoltà significative, di cui è importante parlare e conoscere.

Concludendo, si ribadisce pertanto come l’allargamento della platea delle zone disagiate, con particolare riferimento ad alcuni reparti della nostra regione appare, alla luce di quanto sinora esposto, estremamente urgente.

Questa segreteria provinciale del Sindacato Italiano Lavoratori Finanzieri, conferma come di consueto di essere da sempre a disposizione per ogni utile azione, confronto o collaborazione, restando in attesa di un’eventuale partecipazione a tutte le iniziative che, a riguardo, saranno intraprese.

Rinnovando quindi la massima disponibilità ad ogni tipo di collaborazione, colgo l’occasione per porgerLe cordiali saluti.

Bolzano, 04 febbraio 2025

Il Segretario Provinciale

Patrick Capri

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